IT - Trovare se stessi.
E così i grandi maestri ci dicono che la domanda più importante del mondo è: "Chi sono io?" "Chi sono io. "Cos'è l' "io"?" Parleremo di questo oggi pomeriggio alle 4. Inizierò con questo, spero. Dico spero perché non so mai di cosa parlerò. Perché dipende tutto dallo stato d'animo de gruppo eccetera. Ma è molto importante. Cos'è lo? Cos'è quella cosa che chiamo "io"? Cos'è quella cosa che chiamo il sé? Volete forse dire che avete capito tutto il resto e non questo? Volete forse dire che avete capito l'astronomia e i buchi neri e quella cosa che chiamano quasar, o comunque li chiamino, avete capito quello e avete appreso l'informatica, e non sapete chi siete? Caspita, state ancora dormendo! Siete degli scienziati addormentati. Volete dire che avete capito chi è Gesù Cristo e non sapete chi siete voi? Come fate a sapere di avere capito? Chi è quell'uomo, quella persona che mette in atto la comprensione? Prima scoprite questo. É il fondamento di tutto, no? Ed è proprio perché non abbiamo capito questo che avete tutti quegli stupidi popoli religiosi coinvolti in quelle stupide guerre religiose - musulmani che combattono contro ebrei, protestanti contro cattolici, e tutte quelle altre porcherie. Non sanno chi sono, perché se lo sapessero non ci sarebbero guerre. Come la bambina che chiede al bambino: "Voi siete presbiteriani?" E lui: "No, noi facciamo parte di un altro abominio!" Ahahahahah. Ecco come vanno le cose. E' chi siete voi, chi sono io, chi sono io. Chi sono io. Bene, ne paleremo dopo come vi ho detto prima. Ma quel che vorrei sottolineare ora è l'autosservazione. Voi mi state ascoltando. Riuscite a percepire altri suoni oltre a quello della mia voce, mentre ascoltate? Siete consapevoli delle vostre reazioni mentre mi ascoltate? E' estremamente importante o subirete un lavaggio del cervello. Oppure sarete influenzati da forze interne delle quali non siete assolutamente consapevoli. E anche se siete consapevoli di come reagite a me, siete allo stesso tempo consapevoli della provenienza delle vostre reazioni? Forse non mi state ascoltando per nulla; forse è il vostro papà ad ascoltarmi. Pensate che ciò sia possibile? Certo che lo è. Mi capita spessissimo, nei miei gruppi, di trovare persone che non sono assolutamente presenti. É presente il loro papà , è presente la loro mamma, ma loro non ci sono. Non sono mai stati presenti. E' così. "Io vivo: non io, ma mio padre vive in me." Davvero! Ebbene, questo è assolutamente, letteralmente vero. Potrei sezionarvi, pezzo dopo pezzo, e chiedervi: "Vediamo, questa frase viene dal papà, dalla mamma, dalla nonna, dal nonno, da chi?" Ci sono una nonna e un nonno che festeggiano l'anniversario di matrimonio. Sono anziani, è il loro 60° anniversario di matrimonio. Alla fine dei festeggiamenti sono stanchi. E' sera e sono seduti da soli in una stanza e il nonno dice alla nonna: " La sai una cosa? Sono orgoglioso di te. Lo sono veramente." E lei risponde: "Cos'hai detto, papà? Lo sai che non riesco a sentire senza gli auricolari. Puoi ripetere più forte?" E lui dice: "Ho detto che sono orgoglioso di te!" E lei: "Va tutto bene, anche io sono stanca di te."(n.d.r. in inglese: orgoglioso - stanco si traducono con: proud - tired, i cui suoni per chi ha difficoltà uditive potrebbero risultare leggermente simili) Aahahahah. Si. Quindi chi vive in voi? La sensazione che si prova scoprendo questo fatto è di orrore. Pensate di essere liberi, ma probabilmente non c'è gesto, un pensiero, un'emozione, un atteggiamento, una convinzione in voi che non venga da qualcun altro. Non è orribile? E non lo sapete. Si tratta di una vita meccanica, impressa su di voi. Certe cose vi danno sensazioni forti, e pensate di essere voi a provare quelle sensazioni, ma è così? Sarà necessaria molta consapevolezza, da parte vostra, per capire che forse quella cosa che chiamate "io" è semplicemente un conglomerato delle vostre esperienze passate, dei vostri condizionamenti, della vostra programmazione. Siete un computer umano. É doloroso. In effetti, quando ci si comincia a svegliare, si prova un grande dolore. É doloroso vedere crollare le proprie illusioni. Tutto ciò che pensavate di aver costruito si sbriciola, e questo è doloroso. Il pentimento è tutto qui; il risveglio è tutto qui. E dunque, che ne dite di prendervi un minuto, seduti lì dove siete, per diventare consapevoli,mentre io continuo a parlare, di quel che provate nel vostro corpo, di quel che accade nella vostra mente, del vostro stato emotivo. Cosa ne dite di diventare consapevoli di quella lavagna, se i vostri occhi sono aperti, del colore di queste pareti. Che ne dite di diventare consapevoli del mio viso e della vostra reazione a questo mio viso? Perché una reazione l'avete, che ve ne rendiate conto o meno. E probabilmente non è la vostra reazione, ma una reazione che risulta dal vostro condizionamento. E che ne dite di diventare consapevoli di alcune delle cose che ho appena detto, anche se ormai non sarebbe più consapevolezza, ma solo ricordo. Pensate a delle cose che non vi sono piaciute e a quelle che vi sono piaciute. E a come avete reagito. Vi dice qualcosa di voi stessi? Ed ora facciamo un passaggio. Prendete coscienza della vostra presenza in questa sala. E' un cambiamento improvviso. "Io sono in questa sala." É come se foste fuori da voi stessi, e vi guardaste, seduti qui come se steste guardando qualcun altro… notate questa sensazione leggermente diversa? Più avanti chiederemo: "Chi è la persona che esegue l'osservazione?" Io sto guardando me. Che cos'è un "io"? Che cos'è "me"? Per il momento è sufficiente che io osservi me, ma se vi sorprendete a condannarvi o approvarvi, non bloccate la condanna o l'approvazione, ma osservatela. Io sto condannando me; io sto disapprovando me; io sto approvando me. Guardate, punto e basta. Non cercate di cambiare le cose! Non pensate: "Oh, ci era stato detto di non fare così." Osservate solo ciò che sta accadendo. Come vi ho detto prima, autosservazione significa guardare - osservare ciò che sta accadendo dentro di voi e al di fuori di voi come se stesse accadendo a qualcun altro.