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Inventarsi una vita, spegnere il fuoco del dolore, chiudere le finestre alla tormenta, non dimenticarsi di indossare il sorriso.
Ben sapendo che le maniche da rimboccarsi ormai sono sgualcite, che lo specchio non illude, che la storia è già stata scritta. La solitudine è una compagna fedele, l'amore un gioco del passato. Come un corpo inerme che si lascia trasportare dalle onde del mare, il sogno di una vita sfugge alla realtà. Vivere pericolosamente accanto alla follia in un alternarsi di emozioni incontrollabili. Guardare la vetta fino alla fine, anche se ormai gli occhi sono consumati dalle lacrime, bruciati dal sole arido come arido è il cuore di chi ti circonda; chiudere gli occhi e desiderare il nulla, il silenzio del fango, il buio dell'infinito.
Le immagini si susseguono nella mente, come una pellicola impazzita. Un sovrapporsi di solchi di sinapsi, collegamenti consolidati, vizi di forma della logica. Il condottiero del veliero cerca, in mezzo alla burrasca, una meta, un barlume di luce. L'oceano dei pensieri è immenso, ma l'assenza di luce toglie ogni speranza, annulla il futuro. Le ferite spengono le sensazioni di gioia ed alimentano la forza del buio e del dolore. Parole impazzite si rincorrono alla rinfusa su un foglio bianco. Ma nel cuore le parole non esistono. Esistono sentimenti sigillati col sangue. Ma.
Ma ogni essere su questa terra -
E' mattino. Gocce di rugiada sulle minuscole foglie del mio giardino. Una gattina che sta per partorire, il sole che ormai è alto nel cielo. Ti sveglio con un sorriso. Ma il mio sorriso per te non è un vestito da indossare. E' la purezza del mio cuore. Luce che sgorga dall'anima. Buongiorno, sogno.
Giovanna Spantigati