Autostima - Giovanna Spantigati - Personal Web Site

Bookmark and Share
Vai ai contenuti

Menu principale:

Autostima

L'autostima di un disabile. La frase in sé, come punto di partenza, è negativa. La parola "disabile" può togliere fiducia in se stessi.
Il primo errore da evitare è il mettersi nei suoi panni con la nostra testa. Vedere il suo mondo come lo vediamo noi.
E' scontato pensare: vorrei che lui fosse come me ma io non vorrei essere come lui. E questo è l'errore che crea pregiudizi. Negli altri verso di lui e in lui verso gli altri.

Bisogna rivedere la realtà. E non è fingere di non vederla, è vederla in modo più globale, più aperto, con una coscienza maggiore, che richiede uno sforzo enorme perché bisogna andare al di là dei nostri sensi, al di là del nostro percorso mentale.
E' quel qualcosa che ti fa entrare in profondo contatto con la tua anima e con le anime degli altri.

Altro errore da evitare è cercare di capire il "perché". Attraverso gli occhiali che noi usiamo per leggere il senso della vita non lo sapremo mai. E oltretutto è un voler, di nuovo, utilizzare la nostra realtà, i nostri canali e presuppone un giudizio: che così non vada bene e quindi debba esserci un motivo, una giustificazione per poter accettare una situazione "diversa" dal previsto.

L'ostacolo che ci impedisce di cambiare è la paura. E' la paura che ti pone i limiti, che ti impedisce di fare, di essere. Laddove non c'è la paura c'è quello che noi, non sapendolo interpretare razionalmente, chiamiamo il miracolo. La paura ti toglie l'energia, le potenzialità, la fiducia in te stesso, l'amore per te stesso e per gli altri. Eliminare la paura non è incoscienza, è, al contrario, piena coscienza di sé che permette di agire, di essere. Possiamo cominciare da un punto semplice: insegnare ad amarsi. Ma, fondamentale, prima di insegnare, imparare. Quindi il punto di partenza è imparare ad amarsi. Scomoda responsabilità. Eppure parte tutto da lì. Quante volte diciamo: non è importante se io sto male, l'importante è che non stia male mio figlio. E questo, addirittura, lo interpretiamo come un gesto d'amore e di altruismo! Questa trasmissione di pensiero è negativa perché così facendo insegniamo ai nostri figli che dobbiamo rinunciare a noi stessi, e quindi ad amarci. Confondiamo il significato di altruismo con una rinuncia nei confronti della vita e di noi stessi. E diamo alla parola egoismo un'interpretazione errata. Cosa vuol dire amarsi? Vuole anche dire imparare ad assaporarsi la felicità, a vivere intensamente e con pienezza la gioia. Che possiamo trovare tutti i giorni, se impariamo ad eliminare i nostri sensi di colpa e le nostre paure. Ed ecco che amarsi significa avere autostima. E questo vale sia per i normodotati che per i disabili. Non c'è differenza. Allora cominciamo da qui.


Giovanna Spantigati

 
Bookmark and Share
Torna ai contenuti | Torna al menu