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Dovere affrontare quotidianamente una situazione difficile… ti ci abitui… vai avanti, sai quali sono i limiti, i problemi, li accetti e via… sempre in pista… ma ci sono dei giorni in cui tutto ciò che hai infilato in un cassetto: i perché, i cosa sarà, l'affrontare emotivamente e fisicamente tutto quanto.. ti sembra di non farcela. Emanuele, i suoi handicap…. Difficilmente considero tutto l'insieme.
Emanuele sordo, ipovedente, problemi motori… il suo sviluppo fisico, il suo sviluppo mentale, l'integrazione con il sociale, il futuro… ecco, tutto questo nella mia testa, abilmente manovrata dal mio cuore, viene sezionato in tante piccole parti, divise l'una dall'altra e posizionate in scomparti diversi e distanti l'uno dall'altro per obbligarmi ad affrontare i problemi uno alla volta, e con in testa un pensiero fisso, l'unico che aiuti: questa è la realtà. A volte però sembra che il guardiano davanti agli scomparti, che io immagino come un paziente bibliotecario, si assenti, stanco per tutta l'energia che mette nel suo impegno giorno e notte; ed ecco che per un attimo tutti i cassettini si ricongiungono come se una calamita li tirasse a sé.
E in quel caso, basta proprio un attimo, sopraggiunge l'ansia, il nodo alla gola, il sentirsi persi in un deserto dove il nostro piccolo castello, la nostra fortezza è volata via in un miraggio lontano. Gola secca, sabbie mobili. E ti viene da dire: non ce la faccio più; questo è troppo. Il tuo corpo ti dà dei segnali strani, si dissocia da se stesso, è irrequieto, le cellule si ribellano.
La mente cerca, disperatamente, di scappare via, ma il cuore, che è quello che ha fatto di tutto per aiutarti a sopravvivere, l'aggancia dall'alto dove c'è la coscienza che, come un supervisore, di colpo ha una visione dell'insieme senza veli, senza schemi. E' una frazione di secondo. Passato, presente, futuro. Dall'alto. Come vedere il pianeta da un'astronave.
Allora ti dividi in due: le emozioni che si attivano come impazziti botti di capodanno per la paura di soffrire, e dall'altra parte la volontà, la forza, il tuo orgoglio, la forza dell'amore che ti trasforma in un piccolo Ercole impavido, un po' incosciente…
Ti senti illuminato dalla luce e, nel più profondo del cuore, nonostante il baratro del dolore, è lì, in quel momento, come un ironico paradosso, che scopri che Dio esiste.
Giovanna Spantigati