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Ad un mese dall'inizio della scuola i disservizi che riguardano l'integrazione scolastica dei disabili sono tanti ed impietosi.
La legge stabilisce che i disabili hanno diritto all'istruzione, ma è solo una bella favola. Puoi iscriverli a scuola, è vero, ma è raro che siano sufficientemente assistiti.
Paolo (nome di fantasia), ragazzino affetto da gravi patologie, al quale erano state assegnate la miseria di 9 ore di sostegno settimanali in una scuola media, è già stato ritirato dalla stessa scuola in quanto l'insegnante di sostegno si metteva regolarmente in mutua quando c'era lui. Paolo è un bambino difficile da gestire, ma anche lui ha ugualmente diritto e dovere all'istruzione. Piuttosto, suggerirei alla sua insegnante di sostegno di riflettere sulle sue scelte lavorative. (Trattasi di etica professionale.) I casi di ragazzini disabili che non hanno sostegno sufficiente a scuola aumentano in modo esponenziale e lo Stato sarà obbligato ad affrontare questa preoccupante realtà. Dirigenti scolastici delle scuole superiori che si vedono costretti a chiedere alle famiglie di tenere a casa i ragazzi più gravi nelle ore in cui non sono coperti dall'insegnante di sostegno… non ci sono strutture adeguate per poter integrare i ragazzini disabili. O vengono create, oppure si deve cambiare la legge, in quanto non è applicabile.
Al momento le scuole ed il Provveditorato si scaricano la responsabilità l'un l'altro. Sei mesi fa il Provveditorato mi aveva assicurato che mio figlio avrebbe avuto il massimo delle ore possibili ricordandomi, come se io non lo sapessi, che il suo caso è grave. Adesso il Preside, al quale è stato chiesto di motivare la decisione di assegnare un'insegnante di sostegno per sole 9 ore settimanali su 39, smentisce affermando che lo stesso Provveditorato ha stabilito che il ragazzo non è così grave. E io che non mi ero accorta di questo sconvolgente miglioramento. Ho il sospetto che l'anno prossimo, oltre a dirci che lo Stato non ha più i soldi per pagare gli insegnanti di sostegno (solita storia, ma ci crediamo veramente o è una risposta di comodo?) ci diranno anche che i nostri figli non sono più disabili. Non vediamo l'ora.
Intanto, corsi e ricorsi (non quelli storici), le famiglie vanno avanti. Con tanta frustrazione, ma con fermezza, con l'equilibrio e la serenità del giusto. Perché lotti per il bene, per non deludere le aspettative di tuo figlio, non dimenticandoti che devi essere un esempio positivo. Dopo tante umiliazioni ti chiedi, guardando il tuo bambino, se saprà mai quello che stai facendo per lui, perché non puoi neanche dirglielo, perché lui deve sentirsi accettato, non rifiutato dalla società. E mentre pensi a tutto ciò e ti senti infinitamente solo, ecco che lui si gira verso di te e ti dice: "Mamma, tu lo sai che ti voglio bene?" Gli sorridi e tutto è già passato.
Giovanna Spantigati