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I miei articoli
"Giù le Mani dai Bambini" è il più rappresentativo comitato italiano indipendente di farmacovigilanza con focus sui disagi dell'infanzia. A tutt'oggi sono ci sono 184 enti consorziati e il comitato mette in rete oltre 260.000 addetti ai lavori del settore salute che hanno sottoscritto, direttamente o per il tramite delle rispettive associazioni di categoria, le loro tesi scientifiche. Il portale www.giulemanidaibambini.org ha contato 25 milioni di accessi in 40 mesi di permanenza on line. L'associazione combatte contro l'uso indiscriminato delle somministrazioni di psicofarmaci ai bambini.
Non è un'iniziativa contro uno specifico farmaco o contro gli interessi delle multinazionali farmaceutiche: lo scopo è di stimolare il dibattito tra i cittadini per dare risposta ai numerosi interrogativi sollevati da studenti, genitori ed insegnanti sui pro e contro delle soluzioni psico-farmacologiche in tenera età, nonchè di garantire un consenso realmente informato da parte delle famiglie, a tutto vantaggio anche degli specialisti coinvolti.
Sono andata ad intervistare Luca Poma, il fondatore dell'associazione.
Gioca nervosamente con il cinturino dell'orologio, elegante e semplice, con la sicurezza di chi si sente dalla parte della ragione; un uomo che cammina a testa alta, che ti racconta, guardandoti dritto negli occhi, quanto è importante essere di aiuto a dei bambini che un giorno non sapranno nemmeno quello che hai fatto per loro, anzi, si corregge, non dovranno proprio saperlo. Ma io sono curiosa e mi chiedo come, un ragazzo come lui, giovane, bello, pieno di energia, capace, intelligente, abbia deciso di dedicare anima e tempo a questa causa. Quasi si stupisce della mia domanda e mi sorride, mettendosi a posto la cravatta. È successo 5 anni fa, durante un pranzo. E cambia espressione, guarda oltre a me, oltre alle pareti di questa stanza, oltre allo spazio ed al tempo, ripensando a quel momento magico della sua vita. Il momento che ha fatto nascere tutto questo enorme progetto. Gli si illuminano gli occhi ed io immagino il suo entusiasmo di 5 anni fa, la forza che gli ha fatto dire: NO!. "A casa mia, un amico psichiatra, reduce da un viaggio negli Stati Uniti, mi raccontò degli psicofarmaci che venivano somministrati a milioni di bambini americani ritenuti iperattivi (al momento attuale sono 11 milioni) e qualcosa dentro di me mi fece ribellare con tutte le mie forze e mi dissi: è spaventoso. Sedare così i bambini, addormentare i loro cervelli, la loro fantasia, la loro creatività! Questo in Italia non può, non deve succedere!".
Ecco, fermiamoci un attimo a pensare a quella molla che è scattata in te, e proviamo a sentire la tua ribellione dettata dal senso di giustizia, che ti ha fatto smuovere mari e monti e ti ha portato a realizzare questo progetto enorme per cui tu lavori giorno e notte senza sosta e riesci a trascinare migliaia di volontari. Come un benevolo pifferaio magico, suoni la tua melodia e in tutta Italia le persone ti ascoltano, si commuovono, ti cercano e ti dicono: "Scusa, posso esserci anch'io?" Sei un giovane ragazzo che vuole solo tutelare i bambini, nel rispetto delle regole, nel rispetto delle autorità, sempre mettendo ogni situazione in discussione, mai rifiutando l'aiuto e l'intervento dei medici, ma con un obiettivo scritto a caratteri maiuscoli davanti ai tuoi occhi: salvare la vita e la creatività dei bambini.
Dopo l'intervista mi stringi la mano, mi abbracci e mi sussurri: "Sai, tanti articoli scrivono di percentuali, di numeri. Ma i bambini non sono numeri, non sono una percentuale. Per noi saranno sempre: Marco, Carlo, Alberto." Il tuo cellulare squilla di nuovo, tu devi scappar via, un'emergenza ti chiama, ma non prima di un'ultima domanda: "scusa, Luca, posso esserci anch'io?"
Giovanna Spantigati