Giovanna Spantigati

Bookmark and Share

Vai ai contenuti

L'interprete in ospedale

I miei articoli

Lo sapete cosa succede a un sordo quando deve andare in ospedale? Semplicemente non è previsto il sordo. O non è previsto che debba capire. Un adulto si avvale della lettura labiale e di tanta pazienza. Ma un bambino? Che si tratti di pronto soccorso o di lunga ospedalizzazione non esiste personale istruito per aiutarlo a comprendere. Nel senso che, non solo non sono previsti interpreti, ma che il personale medico non sa nemmeno come porsi a lui.

Per me e per chi è nella mia stessa situazione significa l'ospedalizzazione coatta 24 ore su 24 non stop con il proprio figlio e, tanto per fare un esempio, nel mio caso è stata inclusa l'assistenza della sottoscritta a lavori di taglio e cucito in testa, a raggi (sperando di non essere mai incinta) ed è stato un continuo ripetere a tutti gli infermieri di passaggio e dottori spesso spazientiti che il bambino non sentiva ed era inutile chiedergli bel bambino come ti chiami.

Non pretendo che agli infermieri venga fatto un corso di 50 ore sulla lingua dei segni, ma che, almeno a loro, venga spiegato che: un sordo è semplicemente una persona che utilizza un'altra lingua; non ci sente quindi ha poco senso sciorinargli un soliloquio; se è sufficientemente grande, anche se utilizza la lettura labiale, è inutile parlargli voltandogli le spalle, a meno che il sordo non utilizzi la lettura del pensiero e non serve parlargli al buio perché, anche se sfrutta al massimo la vista, i suoi occhi non sono come quelli di un gatto. In realtà è molto più semplice di quello che sembra. Basta avvicinare il viso al loro, rassicurarli col sorriso, scandire le parole lentamente, non essere contro luce, e mimare le azioni più semplici. (tipo: sdràiati, puntura, benda).

Gli adulti sordi sono costretti a pagarsi un interprete ed è vergognoso che lo Stato non provveda. (Non dimentichiamo che, grazie alle Pari Opportunità gli extra comunitari hanno diritto ad un interprete gratis.)
Nonostante ciò devo dire che a tutto c'è un limite: le esagerazioni, sia in un senso che nell'altro, mi lasciano perplessa. Ecco perché quando ho saputo che un adulto si è pagato l'interprete per la sala parto, non ho potuto esimermi dal ridere. Io me l'immagino. L'interprete che mima a turno l'ostetrica e la puerpera… per quello che ricordo io l'ostetrica ti dice solo una parola: "…spinga…"


Giovanna Spantigati

Bookmark and Share

Torna ai contenuti | Torna al menu